Un calciatore come presidente: l’elezione senza avversari di Kavelashvili divide la Georgia
🇬🇪 La Georgia è in fermento dopo l’elezione di Mikheil Kavelashvili a presidente del Paese, avvenuta il 14 dicembre 2024. L’ex calciatore, noto per la sua carriera sportiva internazionale e oggi parlamentare del partito di governo Sogno Georgiano, è stato eletto senza alcun avversario, ottenendo il 100% dei voti validi da un collegio elettorale composto da membri del partito e consiglieri locali.
La modifica alla legge elettorale, introdotta nel 2018, ha eliminato il suffragio popolare diretto per l’elezione del presidente, rendendo il processo fortemente controllato dal partito di governo. L’incarico del presidente, ora in gran parte cerimoniale, era stato l’ultimo simbolo del voto diretto dei cittadini prima che Salome Zourabichvili fosse eletta con il sostegno del Sogno Georgiano.
La figura di Kavelashvili: dallo sport alla politica
Mikheil Kavelashvili, ex attaccante della nazionale georgiana, ha avuto una carriera calcistica di successo tra gli anni ‘90 e 2000. Ha militato in club prestigiosi come il Manchester City nella Premier League inglese e in diverse squadre della Super League svizzera – Grasshoppers, Zurigo, Lucerna, Sion, Aarau e Basilea. Tornato in patria, ha giocato per il Dinamo Tbilisi e lo Spartak Vladikavkaz, diventando un simbolo del calcio nazionale con 46 presenze e 9 gol in nazionale.
Il suo ingresso in politica nel 2016, con il partito Sogno Georgiano, è stato tanto sorprendente quanto controverso. Da allora, Kavelashvili è stato accusato di posizioni filorusse, un’accusa ricorrente rivolta al partito di governo, soprattutto dopo la decisione di sospendere i negoziati di adesione all’UE fino al 2028.
La protesta: ironia e simboli contro Kavelashvili
L’elezione senza avversari di Kavelashvili è stata percepita come un’ulteriore involuzione antidemocratica e ha scatenato un’ondata di manifestazioni lungo la centrale Rustaveli Avenue a Tbilisi. I manifestanti hanno esibito cartellini rossi e diplomi universitari, con lo slogan beffardo “Mostriamo noi il diploma a Kavelashvili”, riferendosi alla mancanza di un titolo di istruzione superiore del neoeletto presidente.
La protesta si è trasformata in una vera e propria messa in scena simbolica: alcuni manifestanti hanno organizzato partite di calcio improvvisate lungo la strada principale della capitale, prendendo in giro il passato sportivo di Kavelashvili e ironizzando sul suo ruolo istituzionale.
L’accensione dell’albero di Natale e la provocazione del governo
Le tensioni sono state ulteriormente alimentate dalla gestione dell’accensione dell’albero di Natale sulla centrale Rustaveli Avenue. La decisione del sindaco di Tbilisi, Kakha Kaladze – anch’egli ex calciatore ed esponente di spicco del Sogno Georgiano – di programmare l’evento nello stesso luogo e orario delle proteste è stata interpretata come una provocazione deliberata.
La scelta, percepita come un tentativo di innescare uno scontro tra manifestanti e sostenitori del governo, ha contribuito ad aumentare il clima di tensione. Alla fine, l’iniziativa non è stata portata a termine, segnale del crescente malcontento e della pressione esercitata dalle proteste.
La posizione di Salome Zourabichvili
Tra i protagonisti della protesta figura anche la presidente uscente Salome Zourabichvili, che ha attaccato duramente il governo con un messaggio su X (ex Twitter):
“In questo giorno, un anno fa, alla Georgia è stato concesso lo status di candidato UE. Fu un giorno di consenso, gioia popolare e grandi emozioni! In un anno, il governo di un uomo e di un solo partito ha distrutto questa grande opportunità, costruendo un regime repressivo e autoritario. Rimango il vostro presidente – non c’è un Parlamento legittimo e quindi nessuna elezione o inaugurazione legittima. Il mio mandato continua.”
Georgia: un anno di regressione democratica
L’elezione di Kavelashvili arriva in un momento delicato per la Georgia, a un anno dal riconoscimento dello status di candidato UE, ottenuto a determinate condizioni. Ciò che doveva rappresentare un percorso di riforme democratiche e integrazione europea è stato, invece, messo in discussione dal governo del Sogno Georgiano.
La sospensione dei negoziati UE e l’elezione di un presidente percepito come imposto dal partito hanno accentuato una polarizzazione profonda nel Paese. Le proteste quotidiane e lo scherno pubblico rivolto a Kavelashvili evidenziano il malcontento generale e la perdita di fiducia nelle istituzioni.
In questo clima di turbolenza, la Georgia si trova a un bivio storico: ritrovare il cammino democratico richiesto dall’Europa o scivolare ulteriormente verso un modello autoritario che rischia di isolarla politicamente ed economicamente. L’elezione di Kavelashvili, con la sua contestata legittimità, potrebbe diventare il momento chiave di questa svolta.