Vittoria di Meta: i risarcimenti di NSO Pegasus a sostegno dei diritti digitali

Con un post sul suo blog, Meta ha annunciato la vittoria di WhatsApp contro NSO Group, condannata a pagare 167 milioni di dollari di danni punitivi e oltre 440.000 dollari di danni risarcitori. La sentenza è arrivata dopo l’attacco illegale di NSO contro circa 1.400 utenti di WhatsApp, tra cui giornalisti, difensori dei diritti umani e membri della società civile.
Le tre azioni chiave di Meta
Meta ha illustrato tre azioni chiave che intraprenderà dopo la sentenza e che rappresentano un importante impegno per prevenire futuri abusi:
- Richiedere un ordine del tribunale per impedire a NSO di prendere nuovamente di mira WhatsApp con Pegasus o altri spyware
- Destinare i risarcimenti ottenuti da NSO alle organizzazioni per i diritti digitali impegnate a denunciare gli abusi legati allo spyware
- Pubblicare le deposizioni dei dirigenti di NSO mostrate durante il processo per supportare ricercatori e giornalisti nella lotta contro lo spyware
Lo Spyware Pegasus
Pegasus è uno spyware sviluppato da NSO Group, progettato per infiltrarsi nei dispositivi mobili e ottenere accesso completo ai dati dell’utente, incluse e-mail, messaggi, file multimediali e posizione geografica. La sua esistenza e le sue capacità sono state scoperte nel 2016 da Citizen Lab e Lookout, quando venne individuato un tentativo di attacco contro l’attivista per i diritti umani Ahmed Mansoor, che ricevette SMS sospetti con link malevoli.
La collaborazione con Citizen Lab
Sei anni fa, gli ingegneri di WhatsApp rilevarono e bloccarono un attacco condotto tramite lo spyware Pegasus di NSO Group, che aveva preso di mira oltre 1.000 utenti. In quell’occasione, WhatsApp collaborò con Citizen Lab, centro di ricerca dell’Università di Toronto specializzato nell’analisi delle minacce digitali, nella sorveglianza e nella censura su Internet. Citizen Lab ha supportato l’indagine sull’attacco, contribuendo a identificare le vittime e ad aumentare la consapevolezza sulle modalità di utilizzo di Pegasus, oltre ad aiutare gli utenti colpiti a mettere in sicurezza i propri dispositivi.

Un attacco su più fronti
Il processo ha anche permesso di scoprire che WhatsApp non era l’unico obiettivo di NSO. È emerso come Pegasus fosse in grado di compromettere i dispositivi mobili senza che l’utente ne sia consapevole, accedendo a dati sensibili come email, messaggi, informazioni finanziarie e di localizzazione, e persino attivando a distanza microfono e fotocamera.
Un messaggio chiaro contro lo spyware
“Questa sentenza dimostra alle aziende di spyware che le loro azioni illegali contro le tecnologie americane e la privacy degli utenti non saranno tollerate,” ha dichiarato Meta, ribadendo l’impegno a contrastare chi sviluppa spyware destinati a colpire indiscriminatamente persone in tutto il mondo.
Un impegno per la trasparenza
Meta ha infine annunciato che pubblicherà non solo i verbali informali delle deposizioni già mostrati in tribunale, ma anche le trascrizioni ufficiali non appena saranno disponibili, per favorire la trasparenza e la ricerca.
Una vittoria per i diritti digitali
Una vittoria storica per la privacy, la sicurezza e i diritti digitali.