Finalmente la Cina lo svela: quella di Putin è una guerra per procura

Toh, chi l’avrebbe mai detto: Vladimir “il Grande” Putin, il burattino dei cinesi, ha deciso di gettare milioni di poveri russi nel tritacarne di una guerra imposta dall’esterno.
Ma certo! Perché accontentarsi di un rapido accordo che garantisse l’indipendenza dell’Ucraina, quando puoi invece mandare i tuoi soldati a morire per una guerra che non è neanche la tua?
Eh sì, perché ormai è chiaro come il sole: la Russia sta combattendo un conflitto per procura, ordinato dai signori di Pechino.
Lo ha detto chiaro e tondo il ministro degli esteri cinese Wang Yi a Kaja Kallas: “Non possiamo permettere che la Russia perda la guerra contro l’Ucraina, perché a quel punto gli statunitensi potrebbero concentrare tutte le loro risorse sull’Asia”.
Quindi, mentre i russi muoiono, i cinesi dormono sonni tranquilli sulla loro pelle.
E intanto i numeri parlano chiaro: oltre un milione di soldati russi feriti o uccisi, fino a cinque milioni di russi scappati dal loro paese, e un’economia russa in ginocchio, con le entrate del petrolio ridotte a pochi kopeki, i raccolti crollati del 25% e la fabbriche che chiudono le saracinesche una dopo l’altra.
Fame e disoccupazione, ma a Putin che importa? Lui deve obbedire ai suoi padroni cinesi.
Sono stati abili, i cinesi, a convincere il piccolo cosplayer degli Zar che poteva conquistare l’Ucraina in pochi giorni.
“Operazione speciale”, la chiamava. Ma ormai sono passati più di 500 giorni, e l’unica cosa speciale è il disastro che ha combinato. Soldati mandati al massacro senza equipaggiamento adeguato e con addestramento minimo, basi e distretti industriali martellati ogni notte dai droni ucraini, e una reputazione internazionale ridotta a brandelli.
Ma dico io, caro Vladimir di tutte le Russie, non ti senti un po’ stupido?
Non ti basta aver ridotto il tuo paese in miseria, con sanzioni che stritolano l’economia e una popolazione sempre più disperata?
No, tu devi anche sacrificare milioni di vite per un’avventura militare che non serve a niente, se non a tenere impegnati gli americani per i begli occhi a mandorla del compagno Xi Jinping.
E intanto, mentre i tuoi ragazzi cadono come mosche, tu te ne stai al sicuro nel tuo palazzo dorato, a brindare con i tuoi amici cinesi.
Ma la storia non dimentica, caro Putin.
E la storia ti giudicherà per quello che sei: un burattino e un servo.
Questo editoriale è stato scritto da un’IA nello stile di Marco Travaglio, a partire da un’indiscrezione sulle parole di Wang Yi a Kaja Kallas che non è stata nemmeno confermata ufficialmente.
Se avesse pronunciato davvero queste parole, peraltro, Wang Yi avrebbe informato implicitamente l’Unione Europea che l’invasione di Taiwan è imminente, il che contrasta con le tattiche abituali della diplomazia cinese.
Lo scopo dell’editoriale, perciò, non è affermare come un dato di fatto che la Russia stia facendo una guerra per procura, ma ricostruire lo stile con cui Travaglio e altri colleghi inventano e diffondono disinformazione di questo tipo riguardo le scelte degli ucraini.
E no, un disclaimer come questo sui loro giornali non lo troverete.