Russia, la nuova ondata di nazionalizzazioni divide giuristi e mercati
La più grande redistribuzione dai tempi delle privatizzazioni
Negli ultimi tre anni la Russia ha vissuto la più vasta redistribuzione di proprietà dai tempi delle privatizzazioni eltsiniane. Secondo Reuters, oltre 50 miliardi di dollari di asset sono passati sotto controllo statale dal 2022, spesso attraverso sequestri giudiziari motivati da accuse di corruzione o da decreti d’urgenza legati alla sicurezza nazionale.
Se negli anni ’90 le privatizzazioni lampo crearono gli oligarchi, oggi il pendolo si muove in direzione opposta: lo Stato riacquisisce società strategiche e non, consolidando una nuova élite economica politicamente fedele al Cremlino. I media indipendenti, da Meduza a Važnye Istorii, parlano di una «seconda nazionalizzazione silenziosa», che ridisegna il potere più che la struttura produttiva.
Il caso Južuralzoloto: un’IPO trasformata in trappola
L’episodio simbolo di questo processo è Južuralzoloto (UGC), il colosso aurifero quotato a Mosca. Nel 2023 aveva realizzato una delle più grandi IPO in Russia, con circa il 10% del capitale flottante, attirando piccoli investitori domestici e istituzionali in cerca di stabilità in un contesto di fuga di capitali.
Due anni dopo, lo Stato ha acquisito il 67,8% delle azioni dell’oligarca Konstantin Strukov senza emettere la offerta pubblica di acquisto obbligatoria (OPA) prevista dalla legge federale 208-FZ, che impone l’obbligo a chi superi il 30% del capitale con diritto di voto di rivolgersi a tutti gli azionisti entro 35 giorni.
La Banca Centrale russa (CBR), guidata da Elvira Nabiullina, ha aperto un procedimento amministrativo contro Rosimuščestvo, l’agenzia che gestisce i beni statali, accusandola di violazione dei diritti dei minoritari. Anche la Borsa di Mosca (MOEX) ha presentato un reclamo ufficiale, segnalando un danno reputazionale per l’intero mercato.
“Il danno a lungo termine all’economia supera di gran lunga i benefici immediati di miliardi sequestrati”, ha dichiarato a Reuters una fonte vicina alla CBR.
Fajzrachmanov contro Šulgina: il fronte dei giuristi
Il fronte legale è spaccato. Karim Fajzrachmanov, partner di Forward Legal, sostiene che lo Stato debba comunque rispettare la legge: «I sequestri per corruzione non rientrano tra le eccezioni all’obbligo di OPA. A meno di una norma speciale per UGC, la regola resta valida».
Margarita Šulgina, dell’Ordine Delcredere, ha invece un approccio più pragmatico: «L’OPA spetterà al nuovo acquirente, non allo Stato. Dopo la rivendita da parte di Rosimuščestvo, sarà il nuovo azionista a fare l’offerta».
Šulgina ammette tuttavia che alcuni piccoli investitori potrebbero impugnare la decisione, ma dubita che le cause possano avere esito favorevole in un sistema giudiziario così politicizzato.
I risparmiatori intrappolati e il “Russian discount”
UGC è diventata la cartina di tornasole del rischio d’investimento in Russia. Le azioni acquistate in buona fede da investitori retail si sono svalutate bruscamente, e le prospettive di rimborso o tutela legale sono minime.
Questo ha aggravato il cosiddetto “Russian discount”: la penalizzazione sistemica applicata ai titoli russi per rischio politico, scarsa trasparenza e ingerenza statale. La stessa Nabiullina ha riconosciuto, in un’audizione alla Duma, che «la fiducia degli investitori si ricostruisce solo con la certezza del diritto».
Nabiullina: tagli dei tassi e messaggi in codice
Le ultime dichiarazioni della governatrice mostrano un messaggio più profondo di quanto sembri. «Secondo le nostre previsioni, il ciclo di riduzione del tasso chiave durerà per tutto il prossimo anno», ha detto ieri Nabiullina.
Formalmente, è un annuncio di politica monetaria. In realtà, gli analisti lo leggono come una presa di distanza dalle pressioni del governo, che spinge per un sostegno massiccio al credito pubblico e militare. La Banca Centrale, invece, intende avviare un ciclo di “normalizzazione graduale”, segnale di continuità istituzionale e di fiducia nel mercato interno.
È anche un modo per riaffermare l’autonomia della CBR: “Nabiullina non contesta apertamente il Cremlino — spiega un economista di Alfa-Bank — ma ogni volta che parla di legge, concorrenza o stabilità manda un messaggio indiretto: l’economia non può reggersi solo sull’apparato statale.”

Dalla nazionalizzazione alla “militarizzazione della proprietà”
Le analisi dei media indipendenti convergono. Važnye Istorii ha definito la nuova ondata di espropri “una costruzione di élite per fedeltà politica”, con beni confiscati per oltre 3,9 trilioni di rubli.
Il centro analitico Re-Russia parla invece di “militarizzazione della proprietà”: un sistema in cui l’allocazione degli asset segue logiche di lealtà, non di efficienza.
L’economista Andrej Jakovlev, citato nello stesso canale, ha descritto il fenomeno come “il silenzio delle élite”: chi riceve beni statali diventa parte del blocco di potere, e quindi non può più opporsi.
Il precedente: dal caso Jukos al nuovo paradigma
Il sequestro di UGC ricorda inevitabilmente il caso Jukos di Michail Chodorkovskij, quando nei primi anni 2000 la compagnia petrolifera fu smembrata e assorbita da Rosneft. Allora come oggi, le giustificazioni erano legali — evasione, corruzione, patriottismo economico — ma l’effetto fu lo stesso: rafforzare il controllo politico sull’economia.
La differenza è che oggi il processo è più capillare e sistematico. Non riguarda più solo oligarchi ribelli, ma interi comparti: metallurgia, agricoltura, logistica, finanza, perfino il digitale.
Il confine tra diritto e potere
Il conflitto tra la Banca Centrale e Rosimuščestvo sintetizza la tensione di fondo della Russia di oggi: la sopravvivenza della legalità di mercato dentro un’economia sempre più statalizzata.
Se la linea di Nabiullina e dei tecnocrati dovesse prevalere, l’economia russa potrebbe tornare a una parziale normalità. Se invece continuerà la deriva verso la “proprietà politica”, il Paese rischia di perdere anche l’ultimo ancoraggio di fiducia.
E in quel caso, il “Russian discount” non sarà più una formula finanziaria — ma la definizione di un sistema.









