Ingerenze straniere e difesa della democrazia: intervista al senatore Marco Lombardo

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Luca Cadonici
16/10/2025
Frontiere

Il 15 ottobre 2025 le Commissioni Esteri e Politiche dell’Unione europea del Senato hanno approvato la risoluzione sulle “Ingerenze straniere nei processi democratici degli Stati membri dell’Unione europea e nei Paesi candidati”. Un passo significativo nel percorso di tutela della democrazia italiana e europea dalle minacce ibride e dalle manipolazioni informative.

L’iniziativa nasce anche dal rapporto urgente della Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa che vigila sul rispetto degli standard democratici, e da sei mesi di audizioni dedicate al tema delle ingerenze.

Ne parliamo con il senatore Marco Lombardo, esponente di Azione e autore della proposta di legge sul cosiddetto “Scudo democratico”, volta a contrastare le interferenze di attori stranieri nei processi politici nazionali ed europei.

«Il prossimo passo è portare la risoluzione in Aula»

Luca Cadonici: Dopo mesi di audizioni e un voto quasi unanime in Commissione, il dibattito sulle ingerenze straniere entra ora in una fase politica più matura. Ritiene che, dopo questo voto, ci sia davvero la volontà di affrontare il tema con determinazione?

Sen. Marco Lombardo: Mi auguro di sì. È urgente aumentare la consapevolezza degli italiani su cosa significhi guerra ibrida: ogni giorno siamo esposti a rischi di manipolazione e disinformazione. L’Italia è tra i Paesi più vulnerabili, in particolare rispetto alla Russia.
Questa risoluzione rappresenta un primo passo, ma non basta. Serve che arrivi in Aula, venga votata e porti all’avvio di un iter legislativo per uno Scudo Democratico nazionale. Solo allora potremo dire di aver fatto davvero qualcosa per difendere l’integrità dei nostri processi democratici
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«La Lega ha votato a favore per dovere di maggioranza»

Luca Cadonici: Senatore Lombardo, cosa ha spinto, secondo lei, una parte della maggioranza – in particolare la Lega – a voler rimuovere dal testo i riferimenti espliciti alla disinformazione russa, nonostante le evidenze delle campagne coordinate a livello europeo?

Marco Lombardo: Premesso che alla fine la Lega ha votato a favore, anche se il senatore Borghi non era presente, credo che sia stato il dovere di maggioranza a prevalere. Inizialmente avevano rimosso il riferimento alle ingerenze russe in Romania dalle premesse del testo, coerentemente con la loro posizione pubblica di negare le interferenze di Mosca nelle elezioni rumene. Tuttavia, il lavoro della Commissione speciale di Venezia, che è citato nella risoluzione, riporta di fatto quelle stesse conclusioni: in un certo senso, l’hanno tolto dalla porta ma è rientrato dalla finestra.


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«Il M5S si è astenuto per non ammettere la realtà delle ingerenze»

Luca Cadonici: E la posizione del Movimento 5 Stelle?

Sen. Marco Lombardo: Sono stati l’unico partito ad astenersi, formalmente per una questione di metodo — sostenevano che la risoluzione fosse parziale e che andassero ascoltati altri soggetti. In realtà, il Movimento 5 Stelle è sempre stato critico rispetto al tema delle ingerenze russe: hanno persino chiesto di audire l’ambasciatore russo, come se non ci fosse una guerra in corso tra Russia e Ucraina. Di recente hanno voluto estendere le audizioni anche alla Santa Sede, cercando evidentemente di allargare la platea dei soggetti auditi per evitare di andare in difficoltà. Un punto sul quale le loro osservazioni non sono del tutto infondate, invece, riguarda il fatto che le ingerenze non provengono soltanto da Russia, Cina o Iran. Possono essere considerate forme di ingerenza straniera anche quelle riconducibili agli Stati Uniti, con riferimento a come X abbia influenzato, ad esempio, il risultato elettorale dei partiti di estrema destra in Germania.

«Russia e Cina minacciano le nostre democrazie in modo diverso»

Luca Cadonici: Lei ha più volte richiamato anche il ruolo crescente della Cina. Che tipo di interferenze ritiene più rilevanti e come si collocano in questo quadro le nuove forme di guerra ibrida?

Sen. Marco Lombardo: Non c’è solo la disinformazione russa. La Cina esercita le proprie ingerenze attraverso la leva economica e finanziaria, investendo in infrastrutture critiche non solo in Europa, ma anche in Africa e nei Balcani. È una forma di colonialismo tecnologico, una penetrazione silenziosa ma estremamente pervasiva.
La Russia agisce con la propaganda e la manipolazione delle informazioni; la Cina lo fa con il potere economico. E noi europei ci troviamo nel mezzo.
In questo contesto anche la gestione dei flussi migratori può diventare uno strumento di influenza straniera, capace di creare instabilità politica e consenso artificiale nei Paesi europei. Comprendere e contrastare questi meccanismi è parte integrante della difesa delle nostre democrazie
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«Serve uno scudo democratico contro la guerra cognitiva»

Luca Cadonici: Nel testo finale la risoluzione invita a “valutare l’opportunità” di adottare alcune misure. Non le sembra un approccio troppo prudente rispetto a un problema ormai strutturale per le democrazie europee?

Sen. Marco Lombardo: Sì, assolutamente. Io stesso e altri senatori del Partito Democratico avremmo voluto un testo più incisivo, con impegni più vincolanti. Ma il compromesso di maggioranza ha portato a un risultato intermedio, che per noi rappresenta solo un punto di partenza. Ora bisogna portare la risoluzione in Aula e trasformarla in un atto politico vero e proprio.
Per Azione questa è la base logica per adottare uno Scudo Democratico contro le ingerenze straniere, come già proposto dalla presidente von der Leyen a livello europeo. La guerra ibrida e cognitiva non è una fantasia, ma una realtà che dobbiamo affrontare con strumenti legislativi adeguati.