Indossiamo tutti la spilla gialla, insieme ai giovani ebrei d’Italia

Piercamillo Falasca
16/05/2025
Poteri

Quanto accaduto ieri 15 maggio al Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino non è solo un episodio di violenza, ma un atto di resa culturale. Non ci sono molte parole da cercare: un gruppo di studenti ha impedito, con la forza e con la paura, lo svolgimento di un evento pensato per affermare la democrazia, per contrastare l’antisemitismo, per tenere aperto uno spazio universitario al dibattito. Il presidente dell’Unione dei Giovani ebrei d’Italia, Luca Spizzichino, insieme agli altri esponenti della sua organizzazione e delle associazioni promotrici, è stato insultato, aggredito, intimidito: e tutto questo è avvenuto dentro un’università italiana, nel 2025.

Una scena in particolare ha colpito molti: il fotogramma mostra il momento esatto in cui una donna strappa dal bavero della giacca di Luca la spilla gialla indossata in solidarietà con gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. Un gesto che condensa, in un istante, la volontà non solo di zittire, ma di umiliare e cancellare simbolicamente ogni voce ebraica dallo spazio pubblico. Non è solo intolleranza: è disumanizzazione.

Noi de L’Europeista vogliamo esprimere la nostra piena, totale, affettuosa solidarietà all’intera comunità dei giovani ebrei d’Italia. A coloro che, con coraggio, provano a tenere accesa una luce in mezzo al buio di slogan violenti e comportamenti squadristi. Ciò che è accaduto a Torino non è un’espressione di attivismo: è la negazione stessa dell’università come luogo di libertà e formazione, è l’umiliazione del diritto allo studio, è la criminalizzazione dell’identità ebraica.

L’antisemitismo, oggi, si manifesta sempre più spesso con il volto apparentemente innocuo della militanza politica. Ma quando una militanza arriva a sputare, minacciare, colpire, impedire con la forza lo svolgimento di un dibattito, essa ha cessato da tempo di essere un’espressione legittima. È diventata una forma di violenza.

Lo ha detto con chiarezza Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo: “Questo nuovo antisemitismo sistemico che sta inondando la nostra società è ormai una piaga che sta assumendo per dimensioni e normalizzazione i caratteri dell’emergenza.” E ha ragione. Il rischio più grande oggi non è solo la violenza in sé, ma l’assuefazione alla violenza, la sua trasformazione in “atto politico”, il suo essere tollerata, e spesso giustificata, in nome di un malinteso spirito di giustizia nei confronti delle vittime dell’azione militare del governo Netanyahu a Gaza.

E allora, se indossare una spilla gialla significa oggi essere esposti all’odio, facciamolo tutti. Facciamo nostra quella spilla. Indossiamola, come atto pubblico di solidarietà. Per dire che non abbiamo paura. Per dire che nessuno sarà più lasciato solo.

La nostra solidarietà non è solo un gesto umano, ma è una presa di posizione. Chi tace o minimizza questi fatti, chi li relativizza in nome di un’ideologia o di una causa, contribuisce a normalizzare l’idea che gli ebrei siano un bersaglio lecito.

Noi vogliamo università libere, aperte, inclusive. Vogliamo che ogni studente, qualunque sia la sua origine, religione, idea politica, possa prendere la parola senza temere per la sua incolumità. Vogliamo che chi crede nella pace non si allei con chi incita all’intifada o alla distruzione dello Stato di Israele ma con chi, come Luca e gli altri giovani ebrei d’Italia, cerca la via del dialogo.

Non staremo in silenzio. Non lasceremo soli coloro che oggi sono sotto attacco perché sono ebrei, perché difendono Israele, o semplicemente perché credono nella libertà.