Romania, l’ultradestra vince col supporto dei russi

Federica Valcauda, Europa Radicale
05/05/2025
Orizzonti

Il primo turno in Romania conferma i sondaggi: il candidato dell’ultradestra George Simion, rappresentante del partito nazionalista euroscettico AUR, vince la prima tornata delle elezioni, e si prepara al ballottaggio contro il sindaco di Bucarest Dan. 

I sondaggi prospettavano una vittoria del leader di AUR con il 30% delle preferenze, la realtà per Simion è stata migliore delle aspettative e il leader, che è stato accompagnato da Calin Georgescu al seggio, ha strappato il 40% delle preferenze, il sindaco di Bucarest filoeuropeo Nicusor Dan si è fermato al 20% in un testa a testa con l’altro candidato europeista Crin Antonescu, mentre Victor Ponta, l’altro candidato sovranista, farà pesare il suo 13% al ballottaggio. 

Le elezioni sono state controllate da una delegazione OSCE, che nella giornata di oggi alle ore 15:00 terrà una conferenza stampa in merito ai procedimenti di voto e all’osservazione svolta ai seggi.

La loro presenza era fondamentale. La Romania è un paese che oggi è soggetto alle pressioni del Cremlino, e la possibilità di brogli elettorali più estesi rispetto all’utilizzo della sola ‘guerra ibrida’ non è da sottovalutare, visto ciò che è accaduto in Georgia in Ottobre.

Simion ha vinto con una campagna elettorale incentrata sulla ‘democrazia e il ripristino dell’ordine costituzionale’; con questa frase, condita nel giorno delle elezioni con l’ammissione del voto a Calin Georgescu il novembre scorso, ha chiarificato la sua posizione rispetto la decisione di annullare il voto da parte della Corte Costituzionale. 

Non servivano parole di conferma in ogni caso, visto che Simion e Georgescu sono arrivati insieme al seggio, indifferenti a qualsiasi tipo di regola istituzionale che vieta gli endorsement (diretti o indiretti) nel giorno delle elezioni.

L’opposizione alla decisione della Corte Costituzionale è stata il centro della campagna elettorale, e fino a quando avremo politici che non rispettano le decisioni giuridiche la post-verità avrà la meglio sulla realtà, che oggi è chiara: solo chi non vede o è connivente con le infiltrazioni russe nella politica di altri paesi può distanziarsi da quella decisione storica

La ‘guerra ibrida’ portata avanti dalla Russia, contro i paesi democratici, passa per armi manipolatorie come quelle usate per modificare la narrazione tramite campagna sui social media. La decisione della Corte rumena ha semplicemente posto le basi per dei necessari correttivi legislativi, rispetto al mondo virtuale, che ha visto in questi anni la proliferazione di notizie false e bot. Una decisione che è oggi in linea con la tutela della democrazia, non solo nazionale ma anche europea.

Ed è proprio questo che infastidisce Simion e Georgescu, la natura anche europea di quella decisione: il Regolamento Ue 2024/1689 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 giugno 2024, relativo all’Intelligenza Artificiale, sottolinea al ‘considerata sessantadue che: «Fatte salve le norme previste dal regolamento (UE) 2024/900 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 34), e al fine di affrontare i rischi di indebite interferenze esterne sul diritto di voto sancito dall’articolo 39 della Carta e di effetti negativi sulla democrazia e sullo Stato di diritto, i sistemi di IA destinati a essere utilizzati per influenzare l’esito di elezioni o referendum o il comportamento di voto delle persone fisiche nell’esercizio del loro voto alle elezioni o ai referendum dovrebbero essere classificati come sistemi di IA ad alto rischio, ad eccezione dei sistemi di IA ai cui output le persone fisiche non sono direttamente esposte, come gli strumenti utilizzati per organizzare, ottimizzare e strutturare le campagne politiche da un punto di vista amministrativo e logistico».

Dalle indagini condotte quest’inverno dal Servizio di intelligence estero (SIE) della Romania, è stato scoperto che la Russia ha condotto campagne d’influenza,  servendosi di contenuti generati dall’intelligenza artificiale, con uno sforzo particolare sul social network Tik-Tok. 

Nella giornata del 3 Dicembre 2024 il Parlamento Europeo ha audito nella Commissione preposta il Responsabile globale del prodotto, dell’autenticità e della trasparenza di Tik Tok, che difendendo il lavoro di trasparenza dell’azienda ha dato i numeri di tutti gli account falsi e dei finti follower: da settembre ad oggi la piattaforma ha rimosso 66mila account falsi, 7 milioni di ‘likes’, e 10 milioni di finti follower. 

In un comunicato stampa pubblicato dopo l’audizione dall’azienda cinese, sono stati segnalati i dati di contrasto in merito alle operazioni di influenza occulta: si ammette come il maggior numero di account rimossi (78) abbiano promosso il candidato filo-russo Călin Georgescu. 

Quanto vale la trasparenza? Quanto vale interagire con persone fisiche o con finti Bot?

Questi dati hanno spinto la Corte Costituzionale a prendere una decisione che poi è stata utilizzata dagli euroscettici per la campagna elettorale, gridando ‘democrazia’, e avallando nei fatti la politica intimidatoria del Cremlino, la cui guerra informativa non si è fermata. 

Ieri, durante il voto, c’è stato un massiccio attacco informatico rivendicato successivamente via Telegram dal gruppo NoName057(16), un gruppo di criminali informatici filorussi: l’attacco ha riguardato per due ore i siti governativi e gli account dei candidati europeisti. 

Simion e Georgescu sono stati risparmiati. 

Il secondo turno darà alla Romania, membro dell’Unione Europea dal 2007 e di Schengen dal 31 marzo 2024, il suo futuro. Non è scontata, secondo molti osservatori, la vittoria finale di Simion (e Georgescu). Ne parleremo ancora.