Si apre il secolo delle grandi potenze: la visione geopolitica del Ministro Crosetto

Il Ministro Crosetto, intervistato da Francesco Giorgino nel corso della trasmissione XXI Secolo su Rai 1, ha rappresentato la strategia della difesa italiana per il prossimo futuro.
Il secolo delle grandi potenze
È terminato il tempo delle grandi democrazie, è scoccata l’ora delle grandi potenze. Il mondo sta cambiando e l’Italia dovrà farsi trovare pronta. Questo è il messaggio che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, lancia ai telespettatori del programma di Francesco Giorgino, XXI Secolo. Come ha avuto modo di sottolineare il Ministro, l’arena internazionale ha subito dei profondi e repentini mutamenti che stanno comportando dei necessari accorgimenti da parte di tutti i principali player internazionali.
Ragionando sul ruolo degli Stati Uniti d’America nell’agone internazionale, Crosetto non si dice sorpreso rispetto alle prese di posizione del presidente Trump in quanto, secondo il titolare della Difesa, erano del tutto prevedibili per coloro i quali hanno seguito l’ultima campagna presidenziale americana.
«Trump non è il terremoto, è il sismografo – ha dichiarato il Ministro, rispondendo alle sollecitazioni di Francesco Giorgino – di un mondo che sta cambiando culturalmente. È l’epoca delle grandi potenze, non delle grandi democrazie».
La novità per Crosetto, in questo secolo dominato da potenze economiche e militari, potrebbe essere quella di una riformulazione del G7; riformulazione che non coglierebbe, neanche in questo caso, di sorpresa il Ministro. Infatti, seguendo la logica geopolitica delineata dall’Amministrazione Trump, secondo Crosetto il prossimo G7 potrebbe fare a meno di nazioni come l’Italia e la Francia, lasciando spazio alla Russia, alla Cina e all’India.
L’ora della difesa europea
In questo nuovo assetto internazionale, diviene non più procrastinabile un rinnovamento della difesa europea. Stimolato dalle domande del giornalista, il Ministro si è espresso sulle opportunità del ReArm Europe, spiegando come egli non ami le definizioni, ma preferisca argomentare temi complessi come quello della difesa europea. Un tema che necessità non di slogan, ma di chiarezza esplicativa. Il piano europeo, ha spiegato Crosetto, si sviluppa su due linee economiche: da una parte è previsto un piano da 150 miliardi di finanziamenti per favorire la crescita dell’industria della difesa europea, dall’altro sono previsti 650 miliardi che dovranno passare per l’approvazione dei Parlamenti europei. Non è, dunque, un processo così semplice. Inoltre, sottolinea il Ministro, sarebbe stato preferibile non parlare di riarmo, ma di costruzione di una difesa all’altezza delle sfide del tempo.
Infatti, rispetto ai tempi di De Gasperi e della Comunità Europea di Difesa, il contesto geopolitico è cambiato e non è più possibile scegliere di delegare totalmente la propria difesa a stati terzi, neppure se sono i nostri più stretti alleati come gli Stati Uniti. Le avvisaglie del cambio di postura di Washington, per Crosetto, erano chiare da tempo, fin dalla presidenza Obama. Per questo è necessario rinnovare l’esercito italiano (uno degli eserciti con l’età media più alta) e rafforzare, come ebbe già modo di scrivere Crosetto in una lettera al Corriere della Sera, il pilastro europeo all’interno della NATO.
Il pericolo russo
In chiusura, incalzato dalle domande di Francesco Giorgino sul reale pericolo di un imminente attacco russo all’Europa, il ministro Crosetto ha rappresentato al Direttore che, secondo il suo parere, non vi sono concreti pericoli per un attacco del Cremlino a un paese europeo oltre a quello già sferrato contro il popolo ucraino.
«C’è chi, come i Paesi dell’Europa orientale o la Svezia, pensa che la Russia sia una minaccia e considera la guerra non come un’evenienza, ma come un fatto certo» ha espresso il ministro Crosetto, specificando però che egli non ha «una visione così negativa» e considera la guerra ancora lontana, seppur non possa non notare che «la Russia da un milione di soldati sta crescendo a 1,6 milioni e sta aumentando la sua riserva fino a 2 milioni di effettivi, producendo anche più armi di tutto l’Occidente messo insieme».
In questo quadro di profonda incertezza, compito del Dicastero della Difesa, secondo Crosetto, è quello di farsi trovare pronti, senza allarmismi né frenesie, e prevedere ogni scenario possibile, anche quelli peggiori.